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Internet e i documenti antichi

... agli amici di Moano non piacciono le iniziative dei Trovastini

Un Trovastino curioso, trafficando nell’immenso universo di Internet, si piazza sulla pagina di Google: chi frequenta Internet sa che è il motore di ricerca forse più utilizzato al mondo.
Digitando, nello spazio della ricerca, la parola magica (Trovasta) compaiono le solite pagine: il sito autogestito, gli orari delle corriere, la Comunità Montana Valle Arroscia oltre ad un collegamento nuovo, per lo meno mai comparso prima:

http://ww2.multix.it/asto/asp/descrizione.asp?codice=95334

Che sarà mai? senza indugio clicca sopra e, alla voce descrizione, si scopre:

MOANO, TROVASTA, FRAZ. DI MOANO (ONEGLIA) e S. REMO RICORSO della Comunità di Moano contro la Borgata di Trovasta per l'apertura d'una strada tendente a Pieve ed altro ricorso Massabò contro l'allargamento della strada dei Cappuccini a S. Remo. (cc. 6) 1833

Ad una ricerca più accurata scopre che il sito del collegamento è quello dell’Archivio di Stato di Torino.
A questo punto si impongono due viaggi:
¨ uno nel tempo, fantasioso, nei palazzi ex Savoia
¨ il secondo, materiale, nella ex capitale d’Italia: Torino.

Gli addetti dell’archivio di Stato sono alquanto disponibili ed in poco più di un’ora il Trovastino itinerante entra in possesso di una copia di un documento, manoscritto, datato 5 ottobre 1833.
Ecco il contenuto della testimonianza scritta:

Eccellenza,
Essendosi sparsa la voce che la Borgata di Trovasta ha ricorso per aprirsi una nuova strada, che di là conduce a Pieve, questo Comunale Consiglio di Moano rappresenta umilmente a V. Eccelenza che la Comune non è in istato di soggettarsi alla spesa della predetta strada, tanto più che la medesima non è di necessità; mentre la predetta borgata si può servire dell’attuale, sempre praticata, per l’addietro, la quale abbisogna di qualche riattamento, ciò si può fare con facilità col mezzo delle comandate.
Rappresenta pure che tutti questi amministrati ad esclusione di quelli pochi proprietari di Trovasta e moltissimi altri proprietari della Comune d’Armo, e della Pieve, che possedono su questo territorio si sono opposti per la nuova strada dichiarandosi di concorrere nello riadattamento dell’attuale, non però nella formazione della nuova.
Rappresenta inoltre che tutte le strade comunali delle altre popolazioni riunite alla Comune sono nello stato medesimo, in cui si trova l’attuale di Trovasta, e che se si rifà l’una, ragion vuole, che si rifaccino tutte, il che porterebbe alla Comune una spesa insopportabile.
Rappresenta finalmente che la strada che tentano aprirsi li pochi proprietari di Trovasta inservirebbe al solo comodo delli medesimi; la dove la strada Comunale di Moano servirebbe al vantaggio e commodo di più Comuni; queste sono le ragioni che cotesto Comunale Consiglio sottopone al savio giudizio di V. Eccellenza acciò prenda in considerazione una tal pratica, quando le fosse stato, o venisse fatto ricorso, profondamente inchinandosele.

Moano lì 5 ottobre 1833

Massa Sindaco
Cacciò - Bonanato Consiglieri ordinari
Massa - Brunengo - Saldi (Segretario) Consiglieri aggiunti

Appunto (presumibilmente di Sua Eccellenza)
Da tenersi presente qualora giunga la dimanda della Borgata di Trovasta.


Diamo, ai non indigeni, alcuni cenni definiti (volutamente e pomposamente) ... “storici”.

Attualmente, come indicato in altra sezione del sito, Trovasta e Moano sono entrambe frazioni del Comune di Pieve di Teco, provincia di Imperia. Nel 1833 Moano costituiva Comune a sè (e la provincia era Oneglia, ora inglobata in Imperia) e, tra le proprie frazioni, annoverava Trovasta.

Dalla lettura del documento possiamo capire che il Consiglio Comunale di Moano, il 5 ottobre 1833 scrive ad una “Vostra Eccellenza”. Da quanto abbiamo potuto comprendere, nella ricerca effettuata all’archivio di Stato di Torino, il “Vostra Eccellenza” pare essere il responsabile degli “Affari interni” vale a dire l’equivalente dell’attuale Ministro degli Interni.
Curiosamente la premessa della lettera è “Eccellenza, Essendosi sparsa la voce...”.
Forse era lo stile dell’epoca ma, rileggendo l’introduzione, l’istanza pare aver ispirato gli sceneggiatori per due lettere cinematograficamente molto famose:

+ Totò e Peppino che scrivono alla malafemmena: “Signorina, veniamo noi con questa mia addirvi (addirvi, tutta una parola) ...ecc.
+ Roberto Benigni e Massimo Troisi in “Non ci resta che piangere”, scrivono a Gerolamo Savonarola per invocare la grazia per Vitellozzo: “Carissimo Savonarola, scusa le volgarità eventuali ...ecc... ti salutiamo con la nostra faccia sotto i tuoi piedi, senza chiederti nemmeno di stare fermo.....puoi muoverti! ...ecc...

A prescindere dalle citazioni cinefile troviamo nella lettera la malcelata inquietudine dell’amministrazione Comunale di Moano.
La preoccupazione è talmente tanta che spinge Sindaco e Consiglieri a scrivere prima ancora che pervenga l’istanza della Borgata di Trovasta: è indicativo infatti l’appunto incollato sul manoscritto che precisa che se ne dovrà tener presente qualora giunga la “dimanda” della Borgata di Trovasta. Ad oggi non si sa se Trovasta abbia mai inoltrato la domanda per avere la strada.
Il Consiglio Comunale è preoccupato anche per le indisponibilità economiche dell’amministrazione. In questo caso constatiamo, purtroppo, che nonostante siano passati:

  • quasi due secoli;
  • tre guerre (indipendenza, prima e seconda mondiale);
  • due regni;
  • un regime;
  • una repubblica (a sua volta suddivisa per esigenze mediatiche in prima e seconda);
  • amministrazioni pubbliche di ogni orientamento, colore ed opinione

non sia cambiato, tragicamente, nulla!
E’ assai curioso inoltre che il Consiglio Comunale di Moano reputi disdicevole che gli abitanti di Trovasta vogliano che venga costruita una strada per il proprio comodo. Molto sottilmente il redattore inserisce un “solo” riferito al “comodo delli medesimi” tacciando i Trovastini di “egoismo”, o qualcosa di simile.

Sempre nell’ambito dei ricorsi storici sappiamo invece per certo quello che è poi successo circa a metà del 1900.
Quasi un secolo dopo il ricorso della comunità di Moano, per la precisione negli anni ‘50 in cui venne modernizzata l’Italia intera, si cominciò a parlare di realizzazione di strada carrozzabile. Questa volta protagonista non era il Ministero degli Interni ma il Ministero dei Lavori Pubblici che, complice il pre-boom economico, elargiva “erga omnes” una strada per ciascun paese.
A Trovasta però si palesò il problema se far realizzare la strada ( e quindi raggiungere il paese ) da valle (come previsto dall’idea originale di strada del 1833) oppure da monte.
Le due correnti di pensiero si dividevano per questi motivi:

  • Strada da valle: presentava il vantaggio di transitare nelle immediate vicinanze della maggior parte dei terreni, di proprietà dei Trovastini, utilizzati per le semine e coltivati ad oliveto. Ovviamente ciò significava che un buon numero di terreni ed uliveti sarebbero stati fagocitati dalla strada;
  • Strada da monte: presentava il vantaggio di transitare all’interno dei boschi, salvando i terreni descritti precedentemente; ciò comportava comunque l’impossibilità di raggiungere terreni seminati e gli uliveti con i mezzi di trasporto, fossero anche - allora - solo i carri trainati dai buoi.

Alla fine prevalse lo schieramento della strada a valle.
Chi venne in soccorso dei Trovastini che volevano la strada a valle? Ovviamente gli abitanti di Moano!!!!!! Il progetto della strada a valle prevedeva infatti un tracciato che, in molti tratti, risultava adiacente a molti terreni di proprietà di parecchi abitanti di Moano.

Evidentemente, a distanza di poco più di cento anni, “il comodo degli abitanti medesimi di Moano” non appariva più così disdicevole rispetto a quello dei Trovastini del secolo precedente!

Per gentile concessione alla pubblicazione dell'Archivio di Stato di Torino diamo visione del documento originale:

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