Chiesa Parrocchiale
N. S. del S. Rosario
"200 anni di storia"
La storia dellla chiesa parrocchiale attraverso i manoscritti originali
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Un
po' di "Storia trovastina "
Come
ogni paese dell'entroterra Ligure Trovasta ha subito negli ultimi
80 - 100 anni uno spaventoso decremento demografico, frutto delle
scellerate politiche di scarsa "attenzione" riguardo alla
salvaguardia dei patrimoni agricoli.
Attualmente
i residenti effettivi raggiungono, a stento, le 20 unità.
Basti pensare che nella seconda metà degli anni 50 gli abitanti
superavano il centinaio.
Volendo deliberatamente tralasciare le considerazioni retoriche conseguenti
a quanto sopra riportato, ci riallineiamo al titolo di questo paragrafo;
il quale ci permette di richiamare l'attenzione su ciò che
di architettonico ed artistico sia stato realizzato a Trovasta.
Trattandosi
di un paese storicamente contenuto per densità abitativa ed
estensione territoriale è protagonista, come sempre in questi
casi, l'architettura ecclesiastica e tutto quanto ad essa connesso.
All'inizio del 1400 - come documentato dal manoscritto "Il sacro
e vago giardinello" composto da Ambrogio Paneri nel 1624 e conservato
all'archivio Vescovile della Diocesi di Albenga- i parrocchiani di
Trovasta decisero che il proprio paese dovesse avere dignità
di comunità Parrocchiale propria, staccandosi da Pieve di
Teco. Fu così che gli abitanti locali, senza l'ausilio di
architetti, ingegneri o geometri, diedero fondo alle proprie competenze
in materia edilizia e realizzarono, non senza fatica e soprattutto
con l'apporto di prestazioni personali assolutamente gratuite, ciò
che ancora oggi è visibile in cima al paese: "Il santuario".
Dai documenti sopra citati abbiamo verificato che l'elevazione del
santuario è datata 8 Ottobre 1473 anche se sul prospetto Sud
è visibile una datazione anteriore: 1464.
Sempre nel manoscritto di Ambrogio Paneri è contenuta questa
curiosa descrizione dell'edificio che riportiamo fedelmente.
"Sopra
nuda collina, in elevato sito che la dilettevole vista signoreggia
la prima madre della Pieve e d'ogni intorno la verdeggiante campagna,
trovasi sacro albergo dedicato alla gloriosissima Assunzione di
Nostra Signora, a cui diedero nome di Parrocchiale li 8 Ottobre
1473 sotto l'ombra del Sig. Paolo de Bojoni arcidiacono d'Albenga
Giudice, e l'eressero in una picciol nave, di Choro a Levante, e
facciata a ponente le divote anime di Trovasta di allevarsi alla
contemplazione di si alto misterio ascendere quasi al monte, per
collocar detto sacro habitacolo sotto il Nome dell'Assontione pregiandosi
di goderne li tesori del S.mo Sacramento, e Rosario da cui poco
lontano son le case dominicali, et ad essa contiguo il cimitero.
Resta a mezzo di due correnti aque mezzo miglio circa discosto verso
Almo una deta fossato de Bellandi, che scatorisce in fonte deto
di Bruneta al colle deo Alborno, e verso Acquetico l'altra detta
il fossato del Ponte le cui aque in gran copia prendosi in vivo
fonte detto Boccafredda, vicin al Colle detto Castellaro, et alcuanto
distante dalla Pieve entrano nel torrente detto la Giarra per dover
portare il dovuto ossequio al fiume Arosa"
Tralasciando
ogni considerazione sulla comprensibilità o meno del testo
- onde non esser tacciati di irriverenza nei confronti di Ambrogio
Paneri- possiamo, con linguaggio attuale, oltre a rimandare alle
foto del Santuario che abbiamo pubblicato nel sito: precisare che
il Santuario stesso è dedicato alla Madonna dell'Assunta e
che, prima della dichiarazione di inagibilità della costruzione,
veniva celebrata annualmente la funzione del 15 Agosto.
Architettonicamente è pertanto una classico esempio di architettura
spontanea: nel corso dei secoli è stato poi arricchito con
pregevoli opere scultoree e pittoriche. Ad oggi le stesse hanno trovato
una diversa collocazione a causa del degrado in cui il Santuario
ha riversato per decenni.
Finalmente infatti possiamo gioire per l'inizio delle operazioni
di restauro. Recentemente infatti è stata eseguita la nuova
copertura, sotto il vigile e prezioso controllo della Soprintendenza
dei Beni Monumentali ed Architettonici della Liguria. Il nuovo tetto
infatti è stato realizzato con consolidata tecnica di impermeabilizzazione
utilizzando materiali del luogo.
La speranza dei Trovastini è quella di ottenere al più
presto la nuova agibilità che consentirebbe di poter celebrare
le funzioni come in passato.
Una storia curiosa
Il Santuario
rappresenta senz'altro il "fiore all'occhiello" storico
di Trovasta. Tornando però in paese si trova l'edificio Parrocchiale
più recente, di cui parliamo in altra parte del sito. La nuova
Parrocchia però ci permette di raccontare un "evento":
recente e curioso.
Correva l'anno 1995. L'Amministrazione Parrocchiale aveva verificato
che i sostegni in legno delle tre campane della Chiesa nuova dovessero
essere collocati a riposo dopo 130 di onesto e faticoso lavoro. Fu
così che venne interpellata una ditta che venne incaricata
di sostituire i vecchi ceppi di legno con nuovi e più funzionali
meccanismi in ferro.
Durante l'esecuzione dei lavori il peso e le dimensioni dei sostegni
di legno sconsigliarono gli operai di trasportarli lungo l'impervio
percorso interno al campanile (una scala a pioli inibita agli over
70 ed alle Signorine con il vestitino della festa). Dopo breve conciliabolo
sul posto venne deciso che i ceppi sarebbero stati "lanciati"
dal campanile e fatti cadere nel prato sottostante.
Detto fatto: fuori uno, fuori due, fuori tre ..........................
puf! il terzo ceppo scompare. Una volta raggiunto il suolo sembra
smaterializzato.
Nulla di metafisico e nessun fenomeno paranormale: accadde semplicemente
che, cadendo, il ceppo riportò alla luce l'imboccatura di
un pozzo, finendovi dentro.
Oltre alle scorribande dei giovani del posto ( di cui non possiamo
riferire per un riguardo pietoso nei confronti delle singole famiglie
di appartenenza ) il pozzo divenne l'argomento di conversazione dei
mesi immediatamente successivi alla sua scoperta.
Furono infatti interpellate le memorie storiche del paese allora
disponibili. I ragazzi nati nel 1907 e nel 1909 però, nonostante
una lucidità intellettiva superiore a quella dei giovani locali,
non avevano memoria, neppure "per sentito dire", di una
simile realtà. Ciò che più meravigliò
fu il fatto che nessuno sapesse dell'esistenza di questo pozzo: collocato
nel bel mezzo di una piazzetta antistante la chiesa ha visto generazioni
di giovani giocarvi sopra: prima a bocce, poi a calcio, a nascondino,
con le biciclette e forse anche con le motociclette. La considerazione
che tutti fecero fu: "mia madre non lo sapeva che c'era, sennò
lì non mi ci avrebbe mai lasciato giocare".
Terminata, con santa rassegnazione, l'indagine conoscitiva su epoca
costruttiva e, soprattutto , sull'epoca di occlusione, fu fatto un
altro conciliabolo di paese.
Furono contati:
- trentasette
mugugni;
- dodici
prese in giro;
- ottantasette
minacce di infilarci dentro il proprio vicino e chiudere nuovamente
il coperchio;
- alcune
(non vogliamo specificare quante) preghiere di infilarci la propria
moglie con spese per la fornitura del nuovo coperchio a proprio
carico;
- imprecisate
(non vogliamo specificare quante) preghiere di infilarci il proprio
marito con spese per la fornitura del nuovo coperchio a proprio
carico, a condizione che il coperchio fosse riapribile per insultare
periodicamente il marito medesimo;
al termine
di tutto quanto venne deciso di dare a ciò che era -di fatto-
un buco nel terreno, dignità definitiva di pozzo.
Nella primavera dell'anno 2000 una decina di folli, a turno, si introdussero
all'interno del foro per svuotarlo di tutto ciò che gli antenati,
e gli anni vi avevano fatto cadere dentro.
Oltre ad una decina di quintali di pietre di varie dimensioni e pesi
furono reperiti e repertati:
- una chiave
antica;
- un cucchiaio;
- alcune
zanche di ferro;
- un oggetto
non meglio identificato dall'apparente aspetto cartilagineo che
i più hanno sentenziato essere una coppia di denti di un
bovino.
A
parte le forzate riesumazioni, al termine delle operazioni di svuotamento
e raggiunta la base del pozzo, fu realizzato il nuovo muretto a protezione
del pozzo.
Erano passati seicento e più anni dalla costruzione della
Parrocchiale di Trovasta ma una cosa accomunava i Parrocchiani coetanei
di Colombo ai Trovastini attuali: l'apporto di prestazioni personali
assolutamente gratuite.
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