La
stagione venatoria
Una delle particolarità di Trovasta, come
di molti paesi di campagna, è la passione che tanti dei
suoi abitanti hanno nutrito, e nutrono tuttora, per la caccia.
La letteratura ( comica e meno comica ) si è sbizzarrita
non poco nel corso degli anni a dissacrare i comportamenti dei
cacciatori: spesso ci ha pensato il cinema: pensiamo che tutti
abbiano visto il famoso film in cui Totò colpisce il richiamo
di Aldo Fabrizi convinto che sia un qualche volatile pennuto vivo
e commestibile! Ovviamente Trovasta non fa eccezione. Per questo
motivo, durante la stagione venatoria, domenicalmente assistiamo
al rito che si svolge pressappoco come descriviamo di seguito:
prima di avventurarci nel merito desideriamo però fare
alcune doverose premesse.
Il popolo dei cacciatori svolge, oltre allattività
venatoria vera e propria, almeno due funzioni che sono assolutamente
utili per la collettività. In primo luogo, per poter girovagare
nei vari boschi e boschetti, si premurano di effettuare preventivamente
la pulizia dei sentieri. Vero che puliscono solo quelli che interessano
loro ma dobbiamo serenamente riconoscere che se non ci fossero
loro nessuno pulirebbe neppure quelli. In secondo luogo è
altresì vero che negli ultimi anni i cinghiali si sono
riprodotti in quantità inusitata e, sempre più spesso,
è possibile vederli scorrazzare nottetempo in paese mentre
fanno visita, assai poco gradita, agli orti dei Trovastini (compreso
di chi scrive ... sigh!). La loro attività è anche
rivolta a ridurre i danni che gli animali causano alle coltivazioni.
Fatte queste doverose e meritorie premesse Vi raccontiamo come
si svolge la vita del cacciatore, a Trovasta e dintorni.
Lavventura comincia ben prima dellapertura
della stagione: prima con la pulizia dei sentieri di cui abbiamo
già parlato e poi con il "far girare i cani".
Il principio sarebbe quello di far abituare ed
"allenare" i cani ai sentieri e far loro sentire gli
odori del bosco (possibilmente delle prede). Dal momento che si
tratta di unattività che richiede - per gli uomini
- doti fisiche notevoli non è raro assistere al contrario.
Con ciò anziché vedere il cacciatore con i cani
al guinzaglio troviamo una serie di cani (pseudo-indemoniati dal
trionfo di odori respirati nel bosco) che si trascinano appresso
un uomo in clamoroso debito dossigeno!
La terza fase, quella che incuriosisce di più
chi non è cacciatore, è quella dellincremento
o, meglio ancora, dellinserimento in loco, della selvaggina.
A causa del fatto che, nella zona, molte specie soggette a cacciagione
sono pressocché estinte i cacciatori si procurano (ovviamente
a pagamento) un buon numero di animali (lepri, fagiani e quantaltro)
che, qualche tempo dopo, verranno cacciati.
Laspetto curioso è che si tratta di
animali nati e cresciuti in cattività, assolutamente non
abituati alla vita libera. Per esempio succede che viene liberato
un fagiano (od una lepre) in un determinato punto del bosco: la
bestiola apparentemente simula la fuga, sembra voler approfittare
di questo estemporaneo momento di libertà. In realtà,
non essendo in grado di procurarsi cibo autonomamente, è
abbastanza frequente ritrovarla nello stesso punto un cui è
stata liberata, in attesa che qualcuno provveda a servirle il
pranzo o la cena. Alcuni cacciatori, più o meno di nascosto,
provvedono addirittura a rifocillare i malcapitati.
Volendo fare un brevissimo inciso che riguarda la pesca Vi dobbiamo
informare che il pescatore Trovastino si comporta nello stesso,
preciso ed identico modo. Alcune settimane prima di andare a pesca
si procura (a pagamento) una serie di avanotti, trote e quantaltro
che libera nel torrente più vicino cosicché, poi,
può orgogliosamente affermare daver pescato!
Terminate tutte queste fasi di preparazione giunge finalmente
il momento tanto sospirato....si parte per la caccia.
Intorno ad unora non precisata della notte
tra il sabato e la domenica ( ma anche tra il martedì ed
il mercoledì); ora che potremmo comunque inserire fra le:
"presto meno un quarto" e le "presto meno dieci"
i cacciatori si radunano nel paese. Più o meno settimanalmente
accade che almeno uno non abbia sentito la sveglia e quindi, con
la dovuta cautela vista lora notturna i "colleghi"
provvedono a svegliarlo. La sequenza di tentativi è più
o meno la seguente:
si suona al campanello di casa (moglie e figlio/i
ringraziano);
lo si chiama - con una media di sei insulti rivolti
al dormiente per ciascuno tentativo - ad alta voce sotto le finestre
di casa (moglie, figlio/i, e vicini ringraziano);
si suona il clacson di una automobile (Tutto il
paese, commosso, ringrazia!)
Radunati gli uomini viene il momento dei cani.
Le povere bestie alle quali manca per fortuna la parola (provate
a pensare a cosa direbbero dopo essere stati svegliati nel cuore
della notte e portati a pochi gradi centigradi sopra o sotto zero),
vengono fatti accomodare in comodi giacigli in ferro zincato e
legno di cm 20 di larghezza X cm 11 di altezza X cm 22 di profondità
e posizionati nelle vetture dordinanza. Giunti a destinazione
assistono i cacciatori nellarte venatoria.
A questo punto, visto che chi scrive queste righe non ha la stessa
passione dei nottambuli domenicali, ci dobbiamo rimettere a quelli
che sono i racconti che vengono fatti dai protagonisti al loro
ritorno.
A proposito del ritorno: lo stesso è intuibile
con due sistemi:
se non ha piovuto durante la giornata di caccia
si sentono arrivare le automobili ed arrivano i cacciatori;
se ha piovuto si sente quel simpatico odore di
cane bagnato, si sentono arrivare le automobili e, dopo, arrivano
i cacciatori.
Un racconto tipo del cacciatore potrebbe essere questo che segue,
ovviamente in dialetto, ma riportato in italiano, con nomi di
fantasia per cercare di non offendere nessuno!
Versione di un cacciatore qualunque
"Cesare ha visto spuntare il cinghiale giù,
cinquanta metri a valle, gli ha mandato dietro il cane. Quando
gli è arrivato a 10 metri se lè visto di fronte
e ha sparato come ha potuto. La bestia sarà stata trenta
di chili. Gli è andata bene che lha preso"
Lo stesso episodio raccontato da un parente prossimo (entro il
secondo grado ) di Cesare:
"Cesare ha visto spuntare il cinghiale giù, centocinquanta
metri a valle; ha detto al cane di andargli dietro. Il nostro
cane ha abbaiato per fare arrivare il cane di mio zio e insieme
hanno fatto deviare la corsa del cinghiale. Quando gli sarà
stato a 70 metri lha puntato e ha sparato un colpo solo.
Va bene che la bestia era grossa, ... sarà almeno settanta
chili ma non è mica facile da così distante con
un colpo solo!"
La versione di Cesare:
"Ho visto spuntare il cinghiale giù,
trecento metri a valle! Ho fischiato e ho fatto arrivare quattro
dei sei cani che facevano la battuta. I cani sono andati intorno
a sta bestia e lhanno fatta avvicinare! quando sarà
stata a centocinquanta metri ho preso il fucile. Il cinghiale,
che sarà 100 - 120 chili, era praticamente accerchiato
dai cani; quindi se sparavo rischiavo di colpire uno dei cani
.... da così distante. Così mi sono avvicinato di
corsa. Quando sarò stato a cento metri ho visto che il
cinghiale stava tentando di azzannare uno dei cani così
mentre stavano rotolando nella terra, ho dovuto sparare prima
che facesse male al cane. Ho mirato, ho sparato e ho colpito!
Un colpo solo, in mezzo agli occhi del cinghiale, morto . stecchito!"
LA VENDETTA DEL CANE
Ecco un ulteriore aspetto della caccia. Durante
la battuta i cani vengono spesso lasciati liberi per poter stanare
o rincorrere le prede. A volte succede che, terminato il proprio
compito, o anche a metà del proprio compito, il cane "entri
in sciopero" e decida di farsi un giro per luoghi diversi
rispetto a quelli che il suo padrone gli aveva assegnato. Il commento
del padrone non è assolutamente riferibile ma spesso capita
che il cacciatore torni a casa senza il cane, sentenziando: "...
tanto è furbo ... la strada per tornare a casa la trova
di sicuro .... intelligente comè!" Noi non sapremo
mai se il cane effettivamente non ha nessuna voglia di tornare
e cerca unalternativa di vita diversa (tipo pantofole-divano
e week end liberi) oppure effettivamente non riesca a trovare
la strada; fatto sta che dopo alcune ore il cacciatore riparte
in direzione del bosco per andare a recuperare quello che per
lui è un po come se fosse il figlio, anzi ......
meglio del figlio! Quale sarebbe quel figlio che accetterebbe
di essere svegliato nottetempo per correre dietro ad un ungulato
puzzolente e cattivo?!?!?
Tutto ciò che avete letto in questo capitolo è volutamente
ed assolutamente esasperato! soprattutto vogliamo che sia chiaro
che raramente abbiamo visto accudire i cani meglio di come li
accudiscono i cacciatori. Anzi, forse ci sono anche esseri umani,
che fanno pasti peggiori di quelli che fanno i cani da caccia.
Un episodio però a Trovasta si racconta spesso, ed è
rimasto negli "annali" dei cacciatori.
Tanti e tanti anni fa un Trovastino gironzolava
per la propria campagna, con il fucile a tracolla, quando ad un
certo punto vide un "AGAZAN" (letteralmente una gazza
ghiandaia) che stava beatamente pasteggiando in un suo terreno.
Colto dallira imbracciò il fucile e sparò:
uno, due tre, ... insomma, ... un imprecisato numero di colpi;
nel mentre la gazza fuggiva con la ghianda nel becco. A chi gli
chiedeva: "ma la gazza, lhai colpita?" rispondeva
orgoglioso: "No, però la ghianda glielho fatta
posare!"
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